Successo o fiasco il nuovo libro di Federico Moccia?
Per
chi ancora non lo sapesse, questa primavera ha visto l'uscita del terzo
e inaspettato libro sulla travagliata storia d'amore tra Stefano
Mancini, ovvero Step e Fabrizia Gervasi, meglio conosciuta come Babi.
Ebbene sì, Tre volte te,
è il terzo libro che ci mancava; quello che ha suggellato per sempre la
parola fine a una delle storie d'amore più amate dalla mia generazione.
E se è vero che ogni dieci anni esce fuori un tormentone letterario. E' pur vero che nel bene o nel male, la duologia di Tre metri sopra il cielo,
ha catturato centinaia di migliaia di ex teenager e le ha fatte
crescere con il sogno di trovare il bad boy di turno, che poi si
innamora della "brava ragazza" di famiglia per bene e per lei fa di
tutto, persino rinunciare alla sua vita bad.
La domanda ora è: avevamo davvero bisogno di leggere l'ennesimo epilogo di questa storia?
No, perché se Ho voglia di te finiva nel peggiore dei modi (anche se tanto peggiore poi non era, perché le storie d'amore nascono e finisco), con Tre volte te,
Moccia si è superato. Ha dato spazio alla sua fantasia e ha creato una
storia di ottocento e passa pagine di cui solo una metà (per essere
generosi) si salva.
Probabilmente,
il fatto che il libro sia stato recensito male dal 99% delle lettrici
fedeli alla storia, non importa nè all'autore nè tanto meno alla ce
(editrice NORD), che è arrivata a stampare già la seconda, ma molto
probabilmente ora che ne sto parlando, anche la terza ristampa, di
questo mattone di libro dal costo di 18,00, e abbiano deciso, il primo
di scriverlo e il secondo di pubblicarlo, perché dopotutto la fanalità
commerciale era ed l'unica di cui tenere conto a distanza di dieci
anni.
E al diavolo le lettrici e quello che pensano!
Francamente, se sotto il titolo, Tre volte te, non ci fosse stata scritta la frase: il ritorno di Babi, Step e Gin, avrei sicuramente espresso un giudizio migliore.
Francamente, se sotto il titolo, Tre volte te, non ci fosse stata scritta la frase: il ritorno di Babi, Step e Gin, avrei sicuramente espresso un giudizio migliore.
Ora vi dico il perché...
Chi si ricorda come finiva Ho voglia di te?
Ebbene,
io no. Per meglio dire, io l'avevo toltamente resettato. Di questo
libro non ricordavo nulla, se non che Step e Babi non stavano più
insieme e che lui si mettava con Gin. Le modalità, i sentimenti e altre
mille cose, le avevo completamente dimenticate.
Non posso nemmeno dire di ricordare il film, perché purtroppo nemmeno di quello ne ho memoria.
ATTENZIONE RECENSIONE CON SPOILER
Dunque... In questo terzo libro, la situazione, al meno all'inzio, è rimasta invariata.
Step
e Babi non stanno più insieme, non si frequentano più, nemmeno come
amici. Gin e Step invece, stanno per mettere su famiglia.
Ora cosa accade in questo terzo libro? Ve lo racconto in poche righe quasi come se fosse una puntata di Beautiful.
Step è diventato produttore televisivo, creando una propria società di produzione che realizza programmi tv e fiction.
Gin lavora presso uno studio, con un suo spasimante, mentre Babi...
Be',
Babi è sposata con Lorenzo, fa la grafica e la bella vita. E' una
signora altolocata con tanti di quei soldi che Briatore in confronto è un
morto di fame. E dulcis in fundo la nostra cara Babi da quell'ultima e
indimenticabile notte trascorsa con Step ha partorito un bel
figlioletto di nome Massimo.
Quindi, per chi non lo avesse capito, Step ha un figlio!
Ma non è finita qui...
Anche
Gin aspetta e indovinate un pò quando lo dice a Step? Ma ovviamente il
giorno che scopre di essere padre di un frugoletto di sette anni, esattamente alla
soglia del loro fantastico matrimonio.
Ora,
come un tutte le favole che si rispetti, per chi era pro Babi e contro
Gin sarà felice di sapere che i nostri due idoli trombazzeranno dalla
mattina alla sera, complice una mostra che li farà rincontrare dopo
anni, e l'addio al celibato del nostro caro Step. Mentre per chi era pro
Gin, sappiate che la poverella farà una brutta fine, mentre il marito e
l'amante ci danno sotto alla grande, e lei aspetta a casa come una brava mogliettina.
Non
vado oltre perché l'intento di rovinarvi il finale è molto più avanti.
Ora soffermiamoci un attimo su questo breve riassunto.
La
prima cosa che ho notato durante la lettura è il cambio repentino di
punti di vista del narratore. La storia è narrata in terza persona,
anche se ci sono dei tratti in cui il narratore è lo stesso Step. Ma
la cosa che più mi ha lasciato basita è la non continuità di alcune
cose. All'inzio vediamo Step in procinto di comprare la casa che era
stata lo scenario della sua prima volta con Babi. Ebbene, dopo alcune
pagine descrittive, qualche altra in cui ci viene ricordato cosa
rappresenti quella casa per il nostro beneamato, e alcuni dialoghi con
il proprietaro dell'immobile, tutto finisce nel nulla.
Addio mia bella casa!
Addio mia bella casa!
Di
questa casa non ne sentiremo più parlare, nemmeno alla fine. Dovremmo
essere noi lettrici a capire che l'inzio è in realtà l'epilogo del
romanzo. Tutto questo senza un accenno di date, mesi, perido storico
ecc... Poi all'improvvisno si passa al lavoro di Step e all'incontro
con Babi.
Una
Babi (lasciate che ve lo dica), che sta sulle scatole fin da subito e
che non nasconde le sue reali intenzioni su Step fin dal primo momento
in cui la vedremo. Sarà capace di corrompere la segretaria di Step pur
di conoscere la sua agenda di appuntamenti, di voler rinnovare
l'arredamento della casa con il solo fine di riavvicinarsi a Pallina (ve
la ricordate? Era la migliore amica di Babi, nonché la ragazza di
Pollo, il migliore amico di Step). Insomma, non si risparmierà in nulla,
e vi posso assicuare che l'antipatia che ho provato per lei, non ha
eguali.
All'inizio
del post dicevo che se come sottotitolo non ci fosse stata la scritta:
il ritorno di Babi, Step e Gin, quasi sicuramente, avrei dato un
giudizio migliore.
Ebbene, è così!
Perché i tre personaggi sono diventati banali, sciatti, a volte anche antipatici e vittime consenzienti dei propri insuccessi.
Mi
ricordavo (e io non ho riletto i romanzi precendenti prima di
questa lettura e non ho nemmeno rivisto i film, ma ho solo un vago
ricordo dell'interpetazione di Scamarcio), che la personalità di Step fosse
prepotente, aggressiva e egoista, a volte. Insomma un vero BAD BOY
Qui
invece sembra essere diventato scemo tutto insieme. Si fa comandare da
un suo assistente, il quale sigla contratti tv come se niente fosse (io
mi preoccuperei se fossi il capo di un'azienda e il mio secondo
prendesse accordi importanti con altri escludendomi da ogni cosa).
Tralasciamo
poi, i riferimenti del tutto casuali ai nomi di persone reali, o a
società di produzioni che esistono realmente. (Secondo me è il sogno nel
cassetto dell'autore: quello di essere autore, produttore e altre mille
cose messe insieme).
Morale della favola: Step è diventato moscio e senza spina dorsale, traditore, e bugiardo e infine anche un pò vigliacco.
Morale della favola: Step è diventato moscio e senza spina dorsale, traditore, e bugiardo e infine anche un pò vigliacco.
L'unico
momento in cui caccia un pò di spina dorale è quando provano a rubargli
la moto. Qui Moccia, ha deciso di regalare a noi lettrici un attimo
della sua vita passata, ma per il resto mi sembrava di avere a che fare
con l'ultimo scemo di turno.
Babi...
Credo di averlo già anticipato. E' la cattiva della situazione. Nel
senso che fa la rovina famiglie e se ne fotte altamente di tutto ciò che
ditrugge. A lei frega solo di Step, manco del figlio che hanno insieme.
Gin,
invece, la ricordavo come una tosta, una che no si fa mettere i piedi in
testa, invece sembra l'ultima cretina uscita da chissà quale era.
Accetta tutto passivamente, e non si impunta mai. Per lei la vita con
Step è tutta rosa e cuori.
Praticamente i personaggi sono piatti, privi di personalità, vivono situazioni reali, senza esserlo loro.
Il
meglio del libro è rappresentato proprio da quei momenti di realtà:
come la cena tra amici che oraganizzano Step e Gin con Marcantonio e la
sua nuova fiamma ed Elena, l'ex di Marcantonio. Tra l'altro proprio in
quella situazione credo ci sia il pensiero più interessantre di tutto
il romanzo. Che rappresenta anche la morale del libro.
E' una sorta di pensiero rivelatorio che fa intendere già quale sarà l'epilogo del romanzo.
E' una sorta di pensiero rivelatorio che fa intendere già quale sarà l'epilogo del romanzo.
Ciò che è destinato a te, resta a te!
E questo mi fa capire che più che un romanzo, poteva esserci una fiction, che oggi vanno tanto di moda in cui si parla della società di oggi e del suo malessere.
E questo mi fa capire che più che un romanzo, poteva esserci una fiction, che oggi vanno tanto di moda in cui si parla della società di oggi e del suo malessere.
Un'altra
cosa certa è che la seconda parte del romanzo è veloce e spigliata
rispetto alla prima. E dove i personaggi principali difettano in tanto,
quelli secondari invece sono messi in mostra con una personalità
interessante.
Ho
apprezzato molto la figura di Daniela, la sorella di Babi. Tra l'altro
credo che una novella, o uno spin off solo su di lei ci starebbe proprio
bene.
Di
contro non ho apprezzato il personaggio di Simone, l'autore giovane che
viene assunto da Step come nuova promessa della televisione italiana.
Sarà forse che lui rappresenta quell'1% di giovani autori italiani che
ce la fanno a diventare autori televisivi, ma non ho apprezzato molto la
sua figura. Anche perché, è possibile, nella vita reale, che qualcuno
così giovane entri nel mondo dello spettacolo come creatore, ma non così
scemo. Ok, il talento... ma la stupidità non è ammessa. E in qualunque
tipo di lavoro: il talento, la caparbietà, e l'argutezza ti rendono
quasi vincente. Lui invece, è uno a cui è stata data la grande
opportunità, ma sembra che non gliene freghi nulla. Mah...
Non riesco a capire, il motivo dell'inserimento di questo personaggio nella storia.
Così come per più di 400 pagine si parli quasi sempre del lavoro di Step, che non frega niete a nessuno, quando magari io da lettrice avrei gradito leggere di più di della storia tra Babi e Step, e tra Step e Gin.
Forse, posso imputare a questa cosa qui, la mia antipatia per i personaggi.
Non
li ho visti emozionarsi tra loro, non li ho percepiti come veri, ma
solo come personaggi invecchiati che si sono adeguati alla società e al
mal vivere comune.
Moccia
li ha resi talmente reali da farli odiare. Prima ci piacevano perché
erano irragiungibili, perché facevano cose fuori dalla normalità:
scappare per mezza roma su una mota inseguti dai vigili non è da tutti.
Suggellare il proprio amore con un lucchetto e poi buttare la chiave nel
fiume Tevere è qualcosa di speciale. Ma adesso loro tre sono vecchi,
non hanno nulla da raccontare, nulla per cui ci possiamo emozionare.
Anche loro sono cresciuti con noi e si sono fatti inghiottire dalle
difficoltà quotidiane: lavoro, famiglia e soldi.
Step,
Babi e poi Gin erano il sogno della ragazza media italiana, che fino
agli anni 2000 non aveva i suoi eroini, ed era rimasta ancorata ai
telefilm come Baywatch, Beverly Hills e tanti altri e credeva che se
Ambra ce l'aveva fatta, tutti potevano calcare un palcoscenico.
E' un peccato, perché con ottocento pagine si è distrutta una fiaba, forse dolce amara, ma pur sempre una fiaba.
Ci sono un paio di cose che mi hano lasciata allibbita riguardo il testo.
Oltre ai cambi repentini di punti di vista della narrazione, c'è un uso spropositato della parola selfie.
Ora, posso anche sbagliarmi, ma la parola selfie è entrata nel nostro linguaggio solo negli ultimi anni. Credo, suppongo dopo il 2010.
Ma allora, qual è il tempo storico del libro?
Lo
chiedo perché, in alcuni momenti di questo terzo volume, Step
ripercorre con i pensieri i giorni successivi al tradimento con Babi, e
fa di tutto per chiedere il perdono di Gin, e in questi ricordi ce ne
sono alcuni in cui viene espressamente usata la parola selfie, proprio per intendere l'autoscatto.
Dunque,
se il secondo libro quando uscì era il 2007 e il tempo narrativo
corrispondeva al tempo reale, da dove viene fuori la parola selfie,
quando nel 2007, non sapevamo nemmeno cosa fosse?
E poi mi sorge spontanea un'altra domanda legittima: se Ho voglia di te era
ambientato nel 2007, gli avvenimenti di cui parla Step sono successivi
al tradimento con Babi, come mai quando fa le poste a Gin, sotto casa, la
vede con le cuffie alle orecchie ad ascolatare la sua library di
Spotif?
Voi mi direte che non c'è nulla di strano. E invece, sì!
Spootif
è stato creato nel 2009. La vedo difficile che Gin avesse particolari
poteri di chiaroveggenza ascoltando musica da un app che ancora doveva
essere inventata!
E se, anche io mi fossi sbagliata, dove sta scritto che quel momento raccontato da Step è successivo al 2009?
Queste e altre mille domande gironzolano nella mia testa.
Mi fermo qui, perché sarebbe la fine di tutto e forse non salverei nemmeno la seconda parte del romanzo.
Peccato!!!
Perché
questo romanzo poteva lasciare un bel ricordo di questa favola d'amore
tra Step e Babi e renderla perfetta, e invece, non mi ha lasciato nulla.
Solo tanto amaro.
Se anche voi avete trovato delle incongruenze, oppure qualcosa vi ha fatto storcere il naso, fatemelo sapere.
Ella
ma quindi sta con babi?
RispondiEliminaSì! Il problema è il modo in cui ci sta, che a me non piace affatto.
EliminaGrazie della tuo commento.
Ella
Ho appena finito di leggere sto mattone. Ho saltato a piè pari diversi capitoli noiosissimi e per nulla utili alla risoluzione della trama. Inutile dire che da Step nn mi aspettavo questo cambiamento:da duro irraggiungibile (come hai detto tu) a un subdolo traditore,imborghesito fino al midollo,bugiardo e incoerente. Gin è diventata tutta zucchero e confettini,mogliettina ottocentesca fedele come un barboncino e dalla salute cagionevole. Non scrivo nulla su Babi perché non voglio diventare volgare. Moccia ha risolto tutto togliendo di mezzo l'incomodo e facendo anche in modo che quest'ultimo investisse la sua peggior nemica a madre della sua bambina. Pessimo libro sotto ogni punto di vista. Per fortuna me l'hanno prestato. Non avrei retto al dispiacere di aver buttato 18 euro nella toilette.
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